Reduce da una lunga malattia che gli ha cambiato per sempre la vita, Giovanni Allevi si racconta a Cinque Minuti di Bruno Vespa.
Dopo un periodo di lotta contro il mieloma, Giovanni Allevi è tornato a calcare i palchi con una nuova consapevolezza di vita. In un’intervista rilasciata a Bruno Vespa durante la trasmissione “Cinque Minuti”, il pianista e compositore ha condiviso il suo approccio rinnovato all’esistenza, parlando dell’insegnamento che gli ha dato la malattia.
La rinascita di Giovanni Allevi
Nella puntata di “Cinque Minuti” del 6 marzo, dopo il Tg1 delle 20, Giovanni Allevi si è mostrato grato alla vita dopo aver superato uno dei momenti più difficili e dolorosi. Assolutamente provato per la sua lotta contro il mieloma, ma con una forza da leoni che ha reso il pianista resiliente e coraggioso in questa battaglia.
Tornato per la prima volta sotto i riflettori in occasione del Festival di Sanremo 2024, Allevi questa volta ha deciso di aprirsi con Bruno Vespa parlando di ciò che è stato il passato con uno sguardo positivo verso il futuro: l’artista infatti, è impegnato in un tour che lo porterà sui palchi di tutta Europa.
Durante un recente concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma – come racconta il pianista – ha sperimentato un forte mal di schiena, che ha scelto di “annegare nella musica”. Ha descritto il pianoforte come un “materasso morbidissimo” capace di assorbire la sua energia e alleviare le contratture muscolari.
“Colgo i doni della vita più di prima”
Un’esperienza terribile per Giovanni Allevi che, tuttavia, ha rafforzato la sua convinzione che il dolore fisico possa trasformarsi in musica, non solo in senso spirituale ma anche fisico. La malattia ha intensificato la sua gioia di vivere: “Adesso cerco di cogliere dalla vita tutti i doni che essa mi offre, molto più di prima”, afferma il pianista.
Questa nuova percezione si riflette anche nella sua musica, come nel brano “Panic”, ispirato al suo primo attacco di panico, caratterizzato da una dolcezza che contrasta con il titolo inquietante. Per quanto riguarda la sua laurea in filosofia, per Allevi ha giocato un ruolo cruciale nella sua interpretazione della vita e del dolore.
Citando Kant, ha espresso la sua riflessione sull’immortalità dell’anima, “in quella splendida pagina finale della Critica della ragion pratica, in cui dice che ognuno di noi sente immediatamente che nella profondità del nostro essere c’è qualcosa di più grande, di bello, di buono, precedente alla nostra aggressività, che trascende la nostra vicenda individuale e il mio dolore fisico“.
Infine, Giovanni Allevi ha anche parlato del suo rapporto con il padre, che per anni è stato critico nei suoi confronti, sostenendo la grande tradizione classica e vedendo nei tentativi del figlio di scrivere nuova musica un “sacrilegio”. Un ringraziamento speciale è andato poi ai pazienti dell’Istituto dei tumori di Milano e tutte le persone che affrontano percorsi di salute difficili, riconoscendo in loro un esempio di umanità e fonte di ispirazione.